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La Media Ferrari ha commemorato la Giornata della memoria del 27 gennaio 2018 in due distinti momenti: Nel corso della settimana con la visione presso il Cinema Italia del Film "Sacchetto di biglie" film francese incentrato sulle vicissitudini di due giovani adolescenti di origine ebraica che per sfuggire alle persecuzioni naziste attraversano da Nord a Sud la Francia. Il film è tratto da una storia vera descritta nel romanzo di Joseph Joffo.
Quindi il giorno 29 Gennaio in Aula Magna le classi terze dell'Istituto hanno potuto assistere al toccante incontro con il testimone della Shoah Ing. Thomas Gazit scampato alle persecuzioni nella Budapest occupata dai Nazisti e con il Prof. Pasquale De Fazio esperto di Storia della Shoah entrambi della Ass. Italia Israele di Vercelli, Novara e Casale Monferrato. Il prof. De Fazio si è soffermato sull’importanza del ricordo e sul rispetto del “diverso” o di chi è considerato tale. E’ poi partito dalla terminologia “Soluzione finale”per illustrare l’atroce svolgimento della Shoah in Europa e in particolare in Italia con riferimento alle deportazioni e alle torture inflitte ai deportati stipati su carri merci e portati in campi di sterminio. Sono stati proiettati alcuni passaggi tratti dal film documentario Binario 21 con l’esecuzione in jiddish di alcuni canti e di alcune poesie sull’insurrezione del Ghetto di Varsavia. L'ascolto di tali brani e sonorità dell'Est ha destato particolare interesse negli studenti. E' seguita la visione di una intervista con la neo senatrice Liliana Segre sopravvissuta alla deportazione e ad una “marcia della morte”. Quindi vi è stata lezione testimonianza di Thomas Gazit sulla casa rifugio per ebrei, sotto egida diplomatica svizzera, detta “Casa di Vetro” di Budapest. Sono state anche proiettate immagini della Casa di Vetro e documenti fotografici relativi. Numerose sono state le domande rivolte dagli studenti al termine del suo intervento. L'incontro si è concluso con le parole di Liliana Segre: "Il peggio è l’indifferenza: Non possiamo comprendere, non vogliamo comprendere, perché comprendere è condividere, e in certo qual modo giustificare e, citando Primo Levi, ricordare è un obbligo morale affinché tali eventi non abbiano mai più a ripetersi".